Per l'Associazione la "poesia" dialettale è uno dei modi per "rappresentare" la tradizione, per tramandare terminologie, modi di dire, sentimenti popolari su determinati aspetti della vita, del lavoro e/o della religione.
Infatti, anche i "versi" consentono di descrivere «l'anima» delle genti (personaggi reali o immaginari - es. Anguane, Salbanelo ...), del territorio (con i suoi "luoghi" caratteristici) e del loro legame.
Durante le "rappresentazioni", oltre ai versi dedicati al luogo e/o alla manifestazione ospitanti, vengono recitate o sceneggiate delle poesie in dialetto composte, principalmente, dagli associati, e altre di autori del Graspo di Thiene, in segno di omaggio agli stessi per la singolarità delle loro composizioni (in particolare nina nana e chiete di Galdino Pendin; la sgalmara di Tita Palanca; capitelo di Floriano Zambon; poesia di Giovanni Bassan - leggi).
I "nostri" versi sono stati raccolti in "categorie" soltanto per facilitare l'accesso, data la difficoltà di procedere ad una categorizzazione. Nel testo si è cercato di evidenziare vecchi termini, oggetti e/o soggetti e/o luoghi oppure espressioni/modi di dire facendo ricorso al corsivo.