La storia insegna che i territori sono stati oggetto di alterne vicende "politiche" (conquiste, sconfitte, ecc.), tanto che le differenti dominazioni hanno comportato inevitabili influenze, se non, addirittura, delle vere e proprie contaminazioni socio-culturali, sulle tradizioni locali.
Di conseguenza, la "storia" di un territorio diventa rappresentativa della sua identità, tra origini e naturali metamorfosi, pur sempre identitarie o, comunque caratterizzanti.
Il Veneto, anche se non coincidente con la sua attuale configurazione, è notoriamente terra "veneziana", tanto che già al 1410 risultava pressoché interamente conquistato dalla Repubblica di Venezia (più tardi, Republica Veneta, nota anche come Repubblica di San Marco ed appellata comunemente come Serenissima).
I suoi trascorsi, però, hanno radici ben più lontane, le quali possono essere ricondotte a due periodi storici fondamentali:
Il lungo periodo veneziano in terraferma (il c.d. Stato di tera - Venezia distingueva i domini in Dogato, Stato da Màr e Stato di tera), che comprendeva, al suo apice, anche le "lombarde" Brescia e Bergamo oltre ad Istria, Dalmazia, Creta e Cipro, cessò a seguito dell'invasione francese (napoleonica), iniziata nell'aprile 1796 e conclusasi con il trattato di Campoformio (in Friuli), del 17 ottobre 1797, col quale Napoleone cedette il "Veneto" di allora all'Austria.
Nonostante la repentina "cessione", ci fu un breve dominio napoleonico (1805-1814) che lasciò inevitabilmente i suoi "segni": noti sono i saccheggi, soprattutto di opere d'arte (ben rappresentati nella rievocazione delle pasque veronesi - cfr. quella di Orgiano - VI), come anche alcuni fatti amministrativi (ad esempio il catasto ed i regolamenti di igiene ed edilità urbana e rurale).
A partire dal 1815, i territori della oramai ex Serenissima, formarono il Regno Lombardo-Veneto sotto controllo austriaco (c.d. periodo della restaurazione), ma il XIX secolo è maggiormente noto come il secolo del risorgimento, quello dell'unità d'Italia (17 marzo 1861, a seguito della plebiscitaria annessione nel Regno d'Italia di gran parte degli Stati preunitari), caratterizzato da scontri e moti carbonari.
In buona sostanza, nel Veneto di oggi, come in tante altre realtà territoriali, si sono stratificati o fusi costumi e culture provenienti da altri popoli, tanto nei modi di dire e di fare (ancora ai nostri tempi, ad esempio, per riferirsi al denaro si fa uso del termine franco/chi o del termine scheo/i, palesemente di stampo francese il primo, ed austriaco-tedesco il secondo), che in alcune danze e balli (dove molte appaiono le influenze celtiche e francesi).