Lo scopo statutario di promuovere la conoscenza e la diffusone delle tradizioni popolari vicentine e venete, tra fine '800 e primi decenni del '900, richiede una continua ricerca storica, con studi e approfondimenti, in particolare, dei vecchi mestieri con relativi attrezzi, delle ricorrenze e momenti che scandivano i ritmi di vita sia lavorativa, religiosa che di svago, dei racconti, aneddoti, proverbi, modi di dire e vocaboli, ovvero di ogni altro aspetto tradizionale arrivato oramai alla soglia dell'abbandono, nonostante il suo "profilo" identitario.
Alla ricerca storica fa eco quella fisica di oggetti, molti dei quali vengono acquisiti per essere esibiti durante gli eventi e le manifestazioni, ed anche utilizzati sia simbolicamente sia in scenette rappresentanti alcuni spaccati caratteristici di civilità contadina, soprattutto seguendo il tema della "farsa", tradizionalmente rappresentata come contraltare alla dura vita dei campi e alla miseria (accedi dal menu "studi e ricerche").
Mestieri, attrezzi e scenette vengono contestualizzati in allestimenti scenici, appositamente creati dall'estro creativo (ed anche artistico di Giorgio), riproducenti (idealmente) una vecchia cucina e un vecchio portico rurale (accedi dal menu "le nostre tradizioni").