Ballo per un numero prefissato di coppie in cui è previsto lo scambio del partner, particolarità che permetteva ai giovani di conoscere, anche attraverso la danza, coetanei di sesso diverso.
A Faedo (Vicenza), la postura iniziale prevedeva le quattro coppie disposte agli angoli di un quadrato con il passaggio di queste lungo le diagonali.
L'etimologia popolare vicentina legata al contro-avanzare delle coppie, si sovrappone alla dizione originale bolognese del nome del ballo contraddanza, che deriva dall'inglese country dance, introdotta in Italia nel secolo XVIII.
Nel nord Italia si balla una countrodanso in Val Varaita (Cuneo) e una contradanza in Val Savena (Bologna), ma con coreografie differenti.
Per quanto riguarda il vicentino si ha notizia della contravansa in Val Leogra, Valle dell'Agno, in Val d'Astico e nella valle dell'Onte, mentre non c'è memoria nemmeno del nome nel resto della provincia.
Fonte: M. Brian e D. Zamboni, Lorì lorì Piereto lo voi mi.
Il musicista e scrittore inglese John Playford (1623-1686), nel suo manuale edito nel 1651 (The English Dancing Master, nelle successive edizioni The Dancing Master) riporta brevi istruzioni di circa un centinaio di danze paesane, più semplici di quelle "barocche" dalle complicate coreografie, dividendole in due generi, sia pure entrambi con ricche varianti elaborate sui passi base (cfr. Horst Koegler, Dizionario della danza e del balletto, Gremese Editore, 1998, pag. 123):
Secondo Playford, le tre forme coreografiche principali, ancor oggi superstiti, sono (cfr. sito web ontano magico):
La contredanse sviluppatasi in Francia a partire dal 1680, dopo una iniziale avversione da parte degli "accademici" della danza (sostenitori della belle danse, che rifuggiva le danze senza disegno e gusto, o dalle danze connotate da naturalezza e semplicità), si caratterizzava inizialmente da un gioioso aggregarsi collettivo, da un pestare a terra i piedi e da un girarsi e rigirarsi dei partecipanti. Nel 1700, invece, anche in Francia la danza si andava affermando per la partecipazione collettiva e generalizzata dei convenuti alla festa (cfr. Flavia Pappacena, La danza classica: le origini, Gius. Laterza & Figli Spa, 2009), per la struttura elementare e gioca su disegni spaziali semplici e ripetitivi, con preferenza della disposizione a quadrato, con un limite di 4 o 6 coppie, in cui si assisteva, tra il movimento allegro e animato da leggeri saltelli, ad un continuo scambio di partner con avvicinamenti in diagonale o con sostituzioni al lavto o con la catena inglese, con passi contre-temps, assemblèe, pas de rigaudon, pas de gavotte, glissades, chassée.
Peculiarità delle contraddanze, nonostante sia formata da numerose e differenti figurazioni a ritmo binario, è che prevede sempre coppie contrapposte. Nel 1800 le contraddanze vengono rielaborate nella quadriglia.